Conosceva bene, anzi benissimo, l’italiano, ma per una scelta consapevole, di campo, di coscienza, decise di scrivere, di esprimersi come poeta, romanziere, drammaturgo, nella lingua della sua terra. Stiamo parlando di Alessio Di Giovanni, siciliano di Cianciana, a cui da ben 18 anni l’Accademia Teatrale di Sicilia dedica un premio letterario. È uno dei premi più longevi e prestigiosi in provincia di Agrigento e in Sicilia. Al premio è legato un concorso, per poeti e autori di racconti, che dà la possibilità di esprimersi sia nella lingua di Alessandro Manzoni (che sentì l’esigenza di “sciacquare i panni in Arno” per l’ultima stesura de “I promessi sposi”) che in quella tanto cara ad Alessio Di Giovanni ("La mia principale cura è stata ed è sempre quella di far pane siciliano con farina siciliana").
Sono cinque le sezioni previste:
1) Poesia in lingua siciliana;
2) Poesia in lingua italiana;
3) Racconti in lingua siciliana;
4) Racconti in lingua italiana;
5) Sezione Speciale nazionale;
6) Sezione Scuole.
La scadenza per l’invio delle opere è stata fissata per il prossimo lunedì 15 giugno (indirizzo postale: Accademia Teatrale di Sicilia – Premio Alessio di Giovanni – 92015 Raffadali - Prov. Agrigento).
Ancora una settimana, dunque. Poi saranno insediate le giurie per la lettura e la valutazione delle poesie e dei racconti pervenuti.
Per le modalità di invio delle opere, gli autori possono consultare il regolamento nel sito ufficiale del premio: www.alessiodigiovanni.blogspot.com
Può partecipare chiunque. Dando la possibilità a tanti di esprimersi, di confrontarsi, di concorrere da ogni parte d'Italia e anche da fuori Italia, come è avvenuto in altre edizioni (utilizzare l'antica e cara carta, tastiera di computer o di macchina da scrivere o anche penna, con calligrafia leggibile, invece di lasciare i propri scritti nel cassetto, sui muri, sulle saracinesche, nei citofoni, nei portoni di ingresso come nella foto in alto con piena libertà poetica e narrativa).
Il premio intende valorizzare un grande autore siciliano e la lingua che utilizzò con grande maestria e rara profondità. Nel profilo del poeta della Val Platani, consultabile nel Sito del Premio, leggiamo che Alessio Di Giovanni scelse di scrivere, come egli stesso la definì, nella "gagliarda e ardente, armoniosa e soave, e incisiva lingua di Sicilia". Il 30 novembre 1938, nella premessa al libro "La racina di Sant'Antoniu" spiega: "Comprenderanno perché ho scritto anche questo romanzo in siciliano: non perché non ami e non conosca e non apprezzi la gloriosa e duttile e perfetta lingua nazionale (che, da quarant'anni a questa parte, studio con sempre vivo, appassionato amore), ma per istintivo, irresistibile bisogno di rendere l'intima anima della mia terra, con quella semplicità spontanea e con quella sicura immediatezza che si possono ottenere interamente adoperando il vermiglio linguaggio dell'isola, perché soltanto col suo corrusco fiammeggiare e con la sua armonia accorata, si può dare un'impronta schiettamente paesana alla narrazione..."
Tratto dal blog:
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